Lo Xiaomi Mi5c potrebbe avere un processore fatto in casa!

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Nonostante sia domenica, non si fermano le fughe di notizie che riguardano l’interessante nuovo device di Xiaomi, quello che in rete è stato etichettato come Mi5c. Questa volta si parla di benchmark, e di un possibile processore realizzato in casa!

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Si era cominciato con voci sulla sua esistenza, poi con presunte foto dal vivo ed ora anche con i risultati dei benchmark. Insomma, questo Xiaomi Mi5c vuol proprio far parlare di sé.

Il futuro smartphone di Xiaomi, che tutti noi identifichiamo con il nome Mi5c ma che potrebbe benissimo chiamarsi in maniera differente, è stato recentemente protagonista di due test di benchmark effettuati sulle piattaforme GeekBench ed Antutu sotto il nome in codice di  Xiaomi Meri.

Il Mi5c potrebbe avere un processore fatto in casa da Xiaomi!

Il Mi5c potrebbe avere un processore fatto in casa da Xiaomi!

Come potete vedere dai risultati ottenuti, non ci troviamo difronte a punteggi entusiasmanti, indici del fatto che il terminale in oggetto non sarà un dispositivo con specifiche da top gamma.

Di certo non sarà un problema, sarà sicuramente uno smartphone dall’ottimo rapporto qualità prezzo, proprio come Xiaomi ci ha sempre abituato, specialmente se il processore che questo smartphone equipaggerà, sarà, come si vocifera, prodotto in casa dall’azienda stessa.

Avete capito bene! Il chip che ha permesso al presunto Mi5c di totalizzare poco più di 63.000 punti su Antutu, sembrerebbe essere una soluzione octa-core a 2.2 GHz prodotta da Xiaomi stessa, proprio come succede per i Kirin di Huawei.

Il Mi5c potrebbe avere un processore fatto in casa da Xiaomi!

Le altre specifiche prevedono un display Full HD dalla diagonale di 5,5 pollici, una RAM da 3 GB e la scheda video ARM Mali-T860.

Processori fatti in casa: cosa implicano?

Ma cerchiamo di capire insieme cosa implicherebbe un chip realizzato in casa. Innanzitutto, anche se in un primo momento potrebbe non essere evidente a causa dell’ammortamento dei costi di ricerca e sviluppo, una soluzione realizzata in casa potrebbe portare ad una riduzione dei prezzi a cui i prodotti che le equipaggeranno verranno proposti.

In secondo luogo, si avrebbe un hardware, il processore, sviluppato insieme al software, in questo caso la MIUI, il tutto a beneficio di un’estrema ottimizzazione del dispositivo, proprio come avviene negli iPhone o nei device di Huawei.

Infine, ma non meno importante, un aspetto da non sottovalutare potrebbe essere l’implementazione della fatidica banda 20, quella da 800 MHz, su tutti gli smartphone Xiaomi dotati di processori proprietari.

Vi ricordo, infatti, che attualmente questa banda così desiderata da noi italiani e assente sulla stragrande maggioranza dei prodotti dell’azienda per un semplice motivo: si paga! E per quale motivo un’azienda che tende a contenere i costi dei suoi device dovrebbe pagare per una feature che non verrebbe utilizzata nei mercati in cui vende ufficialmente?

Il discorso, ovviamente, potrebbe cambiare se Xiaomi decidesse di attivare “di default” tale banda sui suoi futuri processori senza dover sborsare fior fior di quattrini ad azienda quali Qualcomm e MeidaTek, proprio come ha fatto Huawei sul suo Kirin 650, il primo chip in assoluto a supportare tutte le frequenze mondiali.

Sono sempre stato un sostenitore delle soluzioni fatte in casa, quindi queste voci non possono far altro che rendermi entusiasta di questo presunto operato di Xiaomi. Condividete il mio pensiero? O ritenete che Xiaomi debba continuare ad affidarsi a Qualcomm e MediaTek per i suoi smartphone? Fatemelo Sapere nei commenti! 😉

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