Sempre più brand, sempre più Xiaomi!

Dopo aver perso il podio delle vendite asiatiche di smartphone, Xiaomi ha rilanciato la sua visibilità col premio per il miglior elemento elettronico di design con la Mijia LED Lamp, vinto qualche giorno fa a Monaco. Sembra però che Xiaomi voglia rilanciarsi ancora attraverso gli accessori.

 

Sin dalla sua nascita come start-up, Xiaomi ha da sempre dimostrato una certa propensione allo sviluppo di gadget e di accessori grazie alla creazione e alla partnership con altre start-up innovative, grazie alle quali non sono mancati i premi.

Ma ecco il rovescio della medaglia: Xiaomi sembra adesso un brand spezzettato. RoidMi, Mijia, LuMi, VioMi, YeeLight, 1More sono solo alcuni dei sotto brand dell’azienda cinese, ma se pensiamo che altre compagnie cinesi come LeEco non se la passino benissimo …e stiamo parlando di una compagnia che produce esclusivamente smartphone, beh ecco che la visione sembra leggermente diversa.

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Diversa sì, ma sostanzialmente! Xiaomi, infatti, deve provvedere al finanziamento della ricerca per tutti i sotto brand e gli esborsi, vi assicuro, non sono dei più economici: i brand collegati all’azienda madre, infatti, puntano molto sulla ricerca perché tutto sommato le loro finanze non vengono intaccate dal momento che è “mamma” Xiaomi a investire per loro.

Ma c’è di più e i dati, per quanto siano ufficiali perché diffusi da Lei Jun stesso, sembrano confermare la tendenza di Xiaomi di sperperare nel suo “ecosistema” i suoi profitti. Sperperare, a mio avviso, perché ritengo che una serie di investimenti avrebbero potuto tranquillamente essere evitati o, per lo meno, essere destinati ad altri scopi. Uno su tutti lo sviluppo software dei suoi device. Ma questa è un’altra storia.

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alcuni sub-brands Xiaomi

I dati di Lei Jun sono IMPRESSIONANTI: 77 aziende, di cui 30 hanno messo in commercio i proprio prodotti …e non stiamo considerando le industrie che hanno elaborato il processore Surge S1, gli smartphone e i software MIUI!

Stando a quanto riportato da Lei Jun, i profitti derivanti esclusivamente da questi 77 sotto-brand si aggirerebbero intorno ai 15 miliardi di yuan! Stiamo parlando di 2 miliardi di euro, se non fosse chiaro, e per una start-up nata nel 2010!

La lista qui sopra, in aggiunta, rivela le date di lancio dei prodotti di 28 compagnie sotto la supervisione di Xiaomi e stiamo parlando di VioMi col suo filtro L1 (2016), di Huami che ha ottenuto il suo successo con le tanto amate Mi Band e Mi Band 2 con il sub-brand Mijia, prima di lanciare l’Amazfit come sub-brand distaccato.

E se le aspettative venissero confermate e Xiaomi raggiungesse i 100 miliardi di yuan grazie alle vendite di quest’anno? Mijia sarebbe da considerarsi ancora un sub-brand o potrebbe fare storia a sé?

 

[fonte]

 


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